INTERVISTA AI 3 VINCITORI DEL FASHION CONTEST #CUCIREINSIEME

Per l’iniziativa promossa da AIW Association for the Integration of Women e supportata dalla nostra Piattaforma TFP TALENTS con The Fashion Propellant e il nostro Partner Déshabillé Magazine, sono arrivate talmente tante proposte interessanti che abbiamo deciso di premiare 3 giovani designer, Ibrahim Ousman, John Herrera e Valentina Poltronieri.

Questi tre giovani fashion designer emergenti provengono da paesi diversi e, anche se hanno storie personali molto diverse fra loro, hanno tutti in comune la passione per il prorpio lavoro e lo spirito d’altruismo.

Ecco perchè hanno deciso di partecipare a #cucireinsieme, una fashion competition lanciata da AIW Association for the Integration of Women per la creazione di mascherine facciali realizzate a mano dalle donne migranti supportate dalla associazione no-profit a Modena.

#cucireinsieme è diventata così una interessante opportunità di collaborazione. Questo è il motivo per cui noi di  TFP TALENTS abbiamo deciso di supportare questa iniziativa insiema al nostro Partner Déshabillé Magazine, offrendo ai vincitori del contest moda una intervista nei nostri magazine TFP MAG e il blog The Fashion Propellant.

Un importante progetto, specialmente in momenti come quello che stiamo vivendo, in cui l’emergenza sta causando tanti problemi sia al mondo del volontariato che ai designer indipendenti. Da una parte, chi sta supportando i migranti sta ricevendo meno donazioni, dirottate verso la Croce Rossa o altre impostanti associazioni che si occupano dell’emergenza. Dall’altra parte, i giovani fashion designer sono tra quelli che più stanno soffrendo la situazione di pandemia, non avendo il paracadute di un grosso budget come le aziende più grandi ed affermate.

Ecco come questi 3 giovani talenti della moda ci hanno raccontato qualcosa delle loro storie.

 

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PUOI RACCONTARCI QUALCOSA DI TE?

Valentina: Sono del 1993, nata e cresciuta in una piccola provincia di Bergamo. Da quando ero piccola ho avuto una passione per il disegno che ho approfondito nel campo della moda, iniziando durante l’ultimo anno di liceo con un corso privato sul figurino di moda. Un regalo dei miei genitori che mi ha fatto capire il mio grande interesse per la moda. All’Istituto Marangoni ho frequentato il corso triennale di Fashion Design. Tra ansia, gioia, notti in bianco, litigi e sorrisi, l’Istituto Marangoni mi ha dato tutte le basi e le conoscenze necessarie per il settore moda. Poi ho voluto completare la mia formazione all’Istituto Secoli di Milano, frequentando il Master in Modellistica e Sartoria Donna.  Ho avuto l’opportunità di fare stage in aziende e laboratori di prestigio che mi hanno fatto maturare personalmente e professionalmente. Terminati gli studi ho voluto “buttarmi” in questo mondo complicato ma stupendo realizzando un mio sogno, aprire nel 2017 il mio brand. Da quel giorno è nata un’avventura, che sto portando avanti con tutte le mie forze, grandi sacrifici e passione.

Ibrahim: ho 29 anni e sono nato e cresciuto in Cameroon. Sono arrivato da solo in Italia nel 2017 come richiedente asilo, che fortunatamente è stato accettato. Sono arrivato in barca, poi ho passato qualche tempo a Bologna prima di venire a Modena. Ho iniziato a cucire con mio padre quando ero ancora un ragazzo. Aveva un negozio di abbigliamento proprio fuori da casa nostra. Cucire con lui per me era quasi un gioco, una cosa che potevamo fare assieme e che ho sempre amato da quel momento. Aprii il mio Atelier lì e ho avuto anche 3 persone che lavoravano per me. Mi manca veramente molto.

John: sono un fashion designer di Manila, ma recentemente mi sono trasferito a Londra. Disegno moda da oltre 10 anni e recentemente ho capito che volevo cambiare il modo di creare, focalizzazndomi sul riciclo. Penso che ci sia ancora molto da fare nel riciclare i tessuti. E aspettando che la tecnologia sia sviluppi a sufficenza, mi piacciono le mie piccole frivole creazioni che derivano dagli scarti moda.

COME MAI HAI DECISO DI PARTECIPARE A QUESTO FASHION CONTEST?

Valentina: questa quarantena purtroppo ha interrotto molti lavori iniziati e che non potevo portare avanti causa chiusure di negozi, laboratori e aziende tessili. Ho avuto quindi più tempo per me, per pensare a progetti e per questo ho deciso di partecipare a questo concorso. Ho avuto il tempo di sviluppare concretamente il progetto, cosa che negli scorsi mesi sarebbe stato impossibile. Poi amo le sfide e cimentarmi in nuovi progetti e sperimentazioni. Tutto ciò che è creativo mi attrae. La creatività fa parte del mio DNA e riuscire ad esprimerla in modi differenti mi porta a grandi soddisfazioni e soprattutto mi rende felice.

Ibrahim: da quando sono arrivato in Italia non ho avuto modo di trovare lavoro in un Atelier d’abbigliamento. Ho visto questa competizione come una opportunità di far vedere il mio design e di far sentire la mia voce. Amo stare in Italia, ci sono tante possibilità, ma ti devi integrare nella cultura prima di avere accesso a quelle opportunità e ho visto questa competizione come un modo di farlo.

John: Perchè ci temgo molto agli esseri umani e alla loro sicurezza. Mi piace indossare maschere perchè mi fanno sentire al sicuro allo stesso tempo mi rassicurano sul fatto di non infettare nessuno attorno a me. Anche un semplice raffreddore può contagiare semplicemente starnutendo accanto a qualcuno.

COME HA CONDIZIONATO LA TUA VITA LA PANDEMIA?

Valentina: nei primi giorni ero molto in ansia per il mio lavoro, con la paura di fallire dopo tutti i sacrifici degli ultimi 3 anni. Poi ho iniziato ad adattarmi alla situazione, capendo che dovevo reagire, pensando a nuovi modi per essere creativa e attiva e così l’ansia è finita. Ora posso dire che il periodo della quarantena è stato positivo. Ho avuto l’occasione di sviluppare in modo più dettagliato e rilassato un progetto a cui tengo molto. Ho creato qualcosa per mantenere attivo il mio lavoro, prima con le magliette in cotone organico “My Doll” e poi con un secondo business che mi sta dando grandi soddisfazioni. Un giorno quando ero al supermercato, ho visto solo persone tristi attorno a me, come se fossimo circondati da una nuvola grigia, una sensazione che non dimenticherò mai. Tornata a casa, ho lavorato per ridare colore ed energia alla gente, inventandomi mascherine colorate e protettive allo stesso tempo, personalizzabili per bambini e adulti. Con disegni che esprimono chi siamo e vogliamo comunicare. Da questo progetto sono nate anche le mascherine per il fashion contest #cucireinsieme. La felicità di essere una delle vincitrici mi ha fatto capire quanto sia importante l’unità tra persone e la comunicazione non verbale.

Ibrahim: è stata dura all’inizio, rimanere a casa e sentirsi isolato. Ma è stato difficile anche trovare i materiali per lavorare. Con i pochi tessuti che sono riuscito a trovare ho creato queste mascherine lavorando a casa e regalandole alla gente della mia comunità.

John: malgrado la tristezza per tutte queste vite perdute e le famiglie distrutte, devo dire che questo lockdown per me è stata veramente una cosa buona. Mi sono rafforzato nel pensier di come l’industria impatti sull’ambiente. Ha portato a galla tutti gli sprechi di questo business, dandomi il tempo di riflettere. E soprattutto mi ha dato l’ispirazione al guardare indietro nel tempo al perchè ho amato questo lavoro sin dall’inizio della mia creatività. Poi ho passato il tempo riciclando gli abiti per me stesso.

SECONDO TE, COME CAMBIERA’ IL MONDO DELLA MODA DOPO IL COVID-19?

Valentina: penso che le nuove direzioni della moda avranno come parole chiave “virtuale, etico e positivo”. Virtuale perchè molti brand hanno già iniziato a sperimentare comunicazione virtuali di alto livello per presentare le collezioni. “La moda non si ferma” non è solo uno slogan e i designer devono andare avanti.Se ora non possiamo creare eventi per tante persone, dovremo trovare modi diversi di coinvolgere il pubblico e la tecnologia puà aiutarci in questo. Etico perchè penso che il rispetto per l’ambiente non è mai stato così forte come ora.Penso alla qualità invece che alla quantità, ai tessuti organici, all’upcycling di scarti tessili e al riciclo come priorità per ogni brand. E poi la moda deve esprimere energia, positività e gioia. Le collezioni avranno colori brillanti. Non sarà facile per i giovani designer e i brand indipendenti come il mio e spero che ci sarà maggiore coesione e comprensione da parte del fashion sistem per non perdere i sogni di tanti giovani designer.

Ibrahim: è difficile da capire ora. Credo fortemente nel lavoro in team. Quando lavoriamo con altre persone siamo più ispirati e motivati. Ci evolviamo più velocemente imparando dagli altri e condividendo. Ho paura che non saremo in grado di lavorare insieme in Atelier per un po’ a causa del distanziamento sociale, ma dobbiamo trovare modi alternativi di condividere le nostre idee.

John: la moda sarà più consapevole, per l’ambiente, le persone e i consumatori. Più democratica e inclusiva. Più razionale.

Grazie Valentina, Ibrahim e John per aver condiviso con voi le vostre storie e le vostre creazioni e soprattutto per aver partecipato a questa importante iniziativa!

 

TFP TALENTS è poi soprattutto una Community e una Piattaforma basata sul principio di condivisione, di solidarietà, di comprensione, un luogo fisico e virtuale in cui ogni giovane talento può sentirsi a casa e apprezzato per quello che è e per quello che fa.

Stay tuned ragazzi! A brevissimo potrete conoscere tante nostre iniziative e mi raccomando, se avete qualche curiosità sul funzionamento della nostra Piattaforma, scriveteci pure attraverso il modulo contatti alla email info@tfptalents.com o direttamente nei nostri canali social di Instagram (@tfptalents e @thefashionpropellant) e Facebook (www.facebook,com/thefashionpropellant)

 

A presto!

 

Elisa Gibaldi

Founder TFP TALENTS